CAPELLI AL MICROSCOPIO

La microcamera è davvero necessaria per il parrucchiere?

Quando si parla di “cura” del capello e valutazione tricologica, uno degli strumenti più discussi nei corsi è legato all’argomento della la microcamera. Molti parrucchieri si chiedono se questo strumento sia davvero indispensabile per offrire un servizio migliore ai propri clienti. La risposta non è così semplice. La microcamera è un mezzo utile per ingrandire e analizzare il cuoio capelluto e la struttura del capello, ma da sola non basta per una corretta ed efficace valutazione trico-cosmetica integrata.

Microcamera: uno strumento utile, ma non sufficiente

La microcamera permette al parrucchiere di osservare il capello e il cuoio capelluto in dettaglio, mostrando particolari invisibili all’occhio nudo. Tuttavia, possedere una microcamera non significa automaticamente essere competenti. Per utilizzare efficacemente questo strumento, è necessaria una conoscenza approfondita delle anomalie del capello e del cuoio capelluto, oltre alla capacità di porre le domande giuste al cliente e interpretare correttamente i risultati dell’analisi visiva.

infatti, un parrucchiere esperto, che conosce bene le anomalie tricologiche come la seborrea, la forfora o la caduta dei capelli, e sa come analizzarle in modo critico, può utilizzare la microcamera per confermare o approfondire le sue osservazioni. Senza questa preparazione, però, la microcamera rischia di essere solo un gadget privo di reale utilità.

L’importanza della formazione tricologica integrata

Per un parrucchiere, la formazione tricologica integrata è fondamentale.

Una valutazione trico-cosmetica integrata richiede non solo una competenza classica, ma anche capacità di ascolto, conoscenze teoriche e pratiche avanzate degli aspetti organici-metabolici-psicologici della persona. La microcamera diventa davvero utile solo quando il parrucchiere è in grado di interpretare ciò che vede, collegando le immagini a eventuali sintomi e cause specifiche che il cliente dichiara in fase di colloquio funzionale, e proponendo così soluzioni personalizzate.

 

Esempio pratico: l’importanza della valutazione integrata

Immaginiamo un cliente che si presenti con il problema della forfora. In questo caso, la tricologia integrata richiede al parrucchiere di porre una serie di domande per comprendere la causa del problema in modo approfondito e accurato. Oltre a valutare i sintomi visibili e le abitudini di cura dei capelli, è essenziale considerare anche l’aspetto alimentare, in quanto una scorretta alimentazione può influire direttamente sulla salute del cuoio capelluto.

Ad esempio, un parrucchiere potrebbe chiedere:

  1. Come descriveresti la tua dieta quotidiana? (Per capire se mancano nutrienti essenziali)
  2. Consumi cibi ricchi di grassi saturi o molto zuccherati? (Una dieta troppo ricca di questi elementi può influire sulla produzione di sebo, contribuendo alla forfora grassa)
  3. Assumi abbastanza vitamine, in particolare quelle del gruppo B? (Le vitamine del gruppo B, come la biotina e la niacina, sono fondamentali per la salute del cuoio capelluto e dei capelli)
  4. Bevi abbastanza acqua durante la giornata? (L’idratazione è essenziale per mantenere il cuoio capelluto in salute e prevenire anche il presentarsi di una eventuale forfora secca)
  5. Consumi regolarmente frutta e verdura? (Questi alimenti sono ricchi di antiossidanti, che possono aiutare a combattere l’infiammazione del cuoio capelluto)

Una scorretta alimentazione può influenzare negativamente la salute del cuoio capelluto in diversi modi. Una carenza di vitamine e minerali, come per esempio zinco, ferro e vitamine del gruppo B, può portare a squilibri nella produzione di sebo e alla comparsa di forfora. Ad esempio, lo zinco è noto per le sue proprietà antinfiammatorie e regolatrici del sebo, mentre le vitamine del gruppo B sono cruciali per la salute dei follicoli piliferi.

Inoltre, una dieta ricca di cibi grassi o zuccherati potrebbe aumentare la produzione di sebo, creando un ambiente favorevole alla proliferazione del fungo Malassezia, che è spesso associato alla forfora. La mancanza di idratazione, invece, potrebbe portare a un cuoio capelluto secco e desquamato.

Con la tricologia integrata, il parrucchiere non si limita a valutare il problema superficiale della forfora, ma considera anche fattori interni, come l’alimentazione, che possono contribuire a questa condizione. Questo approccio permette di fornire al cliente una consulenza completa e suggerimenti su come migliorare il proprio stile di vita per ottenere risultati migliori nella cura dei capelli.
Ovviamente il parrucchiere potrà suggerire alla propria cliente di rivolgersi ad uno specialista dell’alimentazione per correggere la propria dieta e di conseguenza andare a risolvere il problema alla radice.

Ma quindi si perde il business della vendita del prodotto?

No, anzi. Il fatto di suggerire di rivolgersi ad uno specialista non significa che non si possa fornire un prodotto di supporto da utilizzare proprio nel tempo e periodo di ribilanciamento alimentare.

Conclusione: la microcamera come valore aggiunto

La microcamera, nelle mani di un parrucchiere ben formato nella tricologia integrata, può fare la differenza nella qualità del servizio offerto. Tuttavia, è essenziale ricordare che la tecnologia da sola non basta: è la preparazione del professionista a fare la vera differenza. Investire in formazione tricologica integrata è il primo passo per utilizzare la microcamera al massimo del suo potenziale e offrire ai clienti una consulenza personalizzata e professionale.

Quindi, la microcamera è davvero necessaria per il parrucchiere? Sì, ma solo se accompagnata da una solida conoscenza della tricologia integrata. Senza queste competenze, la microcamera rischia di essere solo un ingranditore sofisticato, privo di valore aggiunto

 

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Ciao,

Sono Elena Pozzan, Tecnico Tricologo e Fondatrice Accademia di Tricologia…

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